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Catechismo di Heidelberg

Page history last edited by Paolo E. Castellina 4 years, 1 month ago

Il Catechismo di Heidelberg


Il Catechismo di Heidelberg è un manuale di istruzione di dottrina cristiana che, sotto forma di domande e risposte, suddivise per ogni domenica dell'anno, si propone di trasmettere gli insegnamenti fondamentali della fede cristiana nella prospettiva calvinista. Tradotto oggi in molte lingue, è considerato non solo uno dei catechismi più influenti prodotti dal Protestantesimo, ma una delle principali confessioni di fede delle Chiese riformate incluse nelle Tre formule di unità. L'influenza di questo catechismo si estende fino ad ispirare i Canoni di Westminster servendo come base per il suo Catechismo abbreviato.

 

Storia del documento

 

Il principe elettore Federico III, sovrano del Palatinato, in Germania dal 1559 al 1576, incarica Zacharias Ursinus e Caspar Olevianus di scrivere un catechismo calvinista basato sui contributi dei principali studiosi e teologi riformati del tempo. Uno dei suoi fini principali è quello di contestare il Cattolicesimo sulla base dell'insegnamento biblico. Ulteriore sua finalità è quella di trovare una base comune fra Calvinismo e Luteranesimo.
Il Sinodo di Heidelberg approva questo catechismo nel 1563. In Olanda, il Sinodo di Dordrecht lo approva come una delle Tre formule di unità che tutti i ministri di culto e responsabili di chiesa devono sottoscrivere. Ai predicatori è fatto pure obbligo di predicarne ogni domenica una sezione per promuovere la conoscenza teologica della popolazione. In molte Chiese riformate questa rimane a tutt'oggi una consuetudine prima del culto domenicale o al suo interno.

 

Struttura

 

Il Catechismo di Heidelberg è diviso in 52 sezioni, destinate ad essere insegnate ogni domenica dell'anno. Nella sua forma attuale, il catechismo consiste di 129 domande e risposte suddivise in tre sezioni:

  • la miseria morale dell'uomo (il peccato e le sue conseguenze), "la grandezza del mio peccato e della mia miseria";
  • la redenzione dell'uomo (in che modo Dio provvede in Cristo la salvezza; "come sono redento da tutti i miei peccati e dalla mia miseria";
  • la gratitudine dell'uomo salvato (in che modo chi è stato fatto oggetto della grazia della salvezza può dimostrarsene riconoscente a Dio); "come debbo essere grato a Dio di questa redenzione".

La domanda e la risposta alla prima domanda di questo catechismo sono diventate famose.
"In che consiste la tua unica consolazione In vita e in morte? Nel fatto che col corpo e con l’anima, in vita e in morte, non sono più mio, ma appartengo ai mio fedele Salvatore Gesù Cristo, il quale col suo prezioso sangue ha pienamente pagato il prezzo di tutti i miei peccati e mi ha redento da ogni potere del diavolo; e mi preserva cosi che neppure un capello può cadermi dal capo senza la volontà del Padre mio che è nel cielo; ed anzi ogni cosa deve cooperare alla mia salvezza. Pertanto. per mezzo del suo santo Spirito egli mi assicura anche la vita eterna e mi rende di tutto cuore volenteroso e pronto a vivere d’ora innanzi per lui".

 

Collegamenti esterni

 

 


Compendio del Catechismo


TRE COSE è soprattutto necessario conoscere, per un Cristiano: prima, quanto sia grande il nostro peccato e la nostra miseria. Poi, in che modo ne siamo redenti, e infine qual sia la gratitudine che ci domanda Iddio, poiché siamo redenti.

PARTE PRIMA

Il nostro peccato e la nostra miseria, li conosciamo dalla Legge divina, poiché in essa ci viene richiesto quel perfetto amore di Dio e del nostro prossimo, di cui siamo debitori a Dio che a questo ci ha creati; mentre noi, per la nostra natura corrotta, non possiamo che odiare Dio e il nostro prossimo e siamo perciò soggetti, per la immutabile verità e giustizia di Dio, a pena temporale ed eterna, a meno di trovare qualcuno che paghi il prezzo della nostra colpa e renda per noi soddisfazione al giusto giudizio di Dio. Ed il SOMMARIO DELLA LEGGE DI DIO è contenuto in queste parole:
Ama il Signore Iddio tuo con tutto il tuo cuore e con tutta V anima tua e con tutta la mente tua (e con tutta la forza tua). Questo è il grande e il primo comandamento. Il secondo, simile ad esso è: Ama il tuo prossimo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la legge ed i profeti. (Mat 22: 37-40; vedi Mar 12: 29-32). E contro il trasgressore Dio ha detto: Maledetto chiunque non persevera in tutte le cose scritte nel libro della legge per metterle in pratica! (Gal 3: 10; vedi Deut 27: 26).

PARTE SECONDA

Come sia stata già resa una piena soddisfazione di tutta la nostra colpa, e come noi, con tutti gli eletti, siamo stati redenti dalla nostra miseria fin dal principio del mondo, ce lo insegna Dio nel Santo Evangelo. E ciò avviene così: Nessuna creatura doveva e poteva render soddisfazione per l' uomo che ha peccato, e nessuna creatura poteva ridare la vita eterna, ma solo Dio; perciò Cristo, l' eterno Figliuolo di Dio, ha rivestito vera natura umana ed in essa ha pienamente adempiuto per noi la legge di Dio, ed ha anche portato il peso del castigo e dell' ira di Dio, che noi avremmo altrimenti dovuto sopportare in eterno, e ci ha acquistato la vita eterna. Oltre a ciò, Dio ci comanda vivamente di avere fiducia che Egli, in virtù di questa soddisfazione e di questo riscatto di Cristo vuol essere di nuovo ed in eterno il nostro Padre misericordioso e, con la sua paterna provvidenza, vuol procurare a noi ed ai nostri, tutte le cose necessarie al corpo ed all' anima e vuol fare concorrere anche ogni male al progresso della nostra salvezza. Egli ci perdona anche ogni nostro peccato, come se non ne avessimo mai compiuto né avuto alcuno e, all' incontro, ci elargisce ed imputa tutta l' ubbidienza e giustizia di Cristo, come se avessimo adempiuto e sofferto noi stessi tutto ciò che Cristo ha compiuto e sofferto per noi. Purché accettiamo ciò con animo credente e fiducioso, Egli ci dona anche il suo Spirito Santo, che produce in noi una tal fede e ci rinova così a vita eterna.

Questo ci insegnano gli articoli del nostro CREDO CRISTIANO, che suonano così:

«Credo in Dio, Padre Onnipotente, creatore del cielo e della terra. Ed in Gesù Cristo, suo Figliuolo Unigenito, Signor nostro, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto. Discese agli inferi, il terzo giorno risuscitò dai morti, salì al cielo, siede alla destra di Dio, Padre Onnipotente. Di là ha da venire a giudicare i vivi ed i morti. Credo nello Spirito Santo, l' una santa cattolica Chiesa cristiana, la comunione dei Santi, la remissione dei peccati, la resurrezione dei corpi e la vita eterna. Amen.»

E proprio questa redenzione per mezzo dell' unico sacrificio e della passione di Cristo sulla croce, che ci vien promessa nell' Evangelo, è suggellata e confermata per noi dallo Spirito Santo mediante il retto uso dei SANTI SACRAMENTI.

In primo luogo, mediante il Santo Battesimo : in quanto che, proprio come noi ed i nostri parvoli siamo battezzati con l' acqua che suole rimuovere l' impurità del corpo, così pure siamo lavati dal sangue e dallo Spirito di Cristo dalla nostra impurità interiore.1 Dio, cioè, in virtù dell' effusione del sangue di Cristo sul legno della croce, ci ha rimesso tutti i nostri peccati e ci ha fatto rinascere mediante il suo Santo Spirito. Poiché Cristo ce lo ha promesso nell' ISTITUZIONE DEL BATTESIMO, che suona così: Andate dunque, ammaestrate tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo (Mat 28: 19). Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato; ma chi non avrà creduto sarà condannato

1 Cf Domanda/Risposta 74 del Catechismo con i relativi riferimenti biblici, sul fatto che anche ai fanciulli "... non meno che agli adulti, son promessi nel sangue di Cristo la redenzione dai peccati e lo Spirito Santo che produce la fede..." (Mar 16: 16).

In secondo luogo mediante la Santa Cena ; in quanto che, questa promessa di redenzione per mezzo dell' unico sacrificio e della passione di Cristo sulla croce -che ci è fatta nel Santo Evangelo, sigillata una volta nel Santo Battesimo, e avvivata per mezzo d' una fede vera in Cristo - deve essere in eterno mantenuta. Poiché, proprio come vediamo con gli occhi che il pane del Signore ci vien rotto e il calice ci vien partecipato, il corpo di Cristo è stato per noi sacrificato e rotto sulla croce, e il suo sangue è stato versato; ed inoltre, proprio come noi mangiamo e beviamo del pane e del calice del Signore in memoria di Lui, noi pure siamo cibati e dissetati in vita eterna col corpo crocifisso di Cristo e col suo sangue sparso: poiché per noi tutti che confidiamo veramente in Cristo, la causa per cui abbiamo eterna fame e periamo, cioè il peccato, è perdonata e rimossa mediante la morte e l' effusione del sangue di Cristo; e, all' incontro, ci viene acquistato ed elargito lo Spirito che dà vita, affinché esso, dimorando eternamente in Cristo come capo ed in noi come membra, produca in noi la stessa vita, giustizia e gloria che produce in Cristo nostro capo. Poiché Cristo ce lo ha promesso nella ISTITUZIONE DELLA SUA SANTA CENA, che suona così: Il Signore Gesù nella notte che fu tradito, prese del pane, e dopo aver reso grazie, lo ruppe e disse: Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me. Parimente, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne berrete, in memoria di me. Poiché ogni volta che voi mangiate questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore, finch' Egli venga. (1Cor 11: 23-26).
E S. Paolo, nella 1a Epistola ai Corinzi, al capitolo 10 dice così:

Il calice della benedizione che noi benediciamo non è egli la comunione col sangue di Cristo? Il pane che noi rompiamo, non è egli la comunione col corpo di Cristo? Siccome v' è un unico pane, noi, che siam molti, siamo un corpo unico, perché partecipiamo tutti a quell' unico pane. (1Cor 10: 16-17).

PARTE TERZA

Qual sia la gratitudine che Dio esige da noi per la nostra redenzione, l' apprendiamo anche dalla Legge di Dio. E' vero che in questa vita non possiamo osservarla pienamente, né possiamo quindi, esser giusti dinanzi a Dio in virtù d' una tale osservanza; ma pure Iddio vuole che ci dimostriamo verso di Lui quali figliuoli grati e rigenerati, e che rinneghiamo noi stessi, ed assoggettiamo ai suoi comandamenti la nostra intelligenza e la nostra volontà, e che diamo inizio in questa vita a quell' obbedienza, e cresciamo in essa giorno per giorno, finché essa divenga perfetta in noi nella vita eterna. E l' espressione di una tale obbedienza si ha nei DIECI COMANDAMENTI, che suonano così:

1
Io sono l' Eterno, l' Iddio tuo che ti ho tratto dal paese d' Egitto, dalla casa di servitù. Non avere altri dii nel mio cospetto.

2
Non ti fare scultura alcuna né immagine alcuna delle cose che sono lassù ne' cieli o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra; non ti prostrare dinanzi a tali cose e non servire loro, perché io, l' Eterno, l' Iddio tuo, sono un Dio geloso che punisco l' iniquità dei padri sui
figliuoli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano, e uso benignità, fino alla millesima generazione, verso quelli che m' amano e osservano i miei comandamenti.

3
Non usare il nome dell' Eterno, che è l' Iddio tuo, in vano; perché l' Eterno non terrà per innocente chi avrà usato il suo nome in vano.

4
Ricordati del giorno del riposo per santificarlo. Lavora sei giorni e fa in essi ogni opera tua; ma il settimo è giorno di riposo, sacro all' Eterno, che è l' Iddio tuo; non fare in esso lavoro alcuno, né tu né il tuo figliuolo, né la tua figliuola, né il tuo servo, né la tua serva, né il tuo bestiame, né il forestiero che è dentro alle tue porte; poiché in sei giorni l' Eterno fece i cieli, la terra, il mare e tutto ciò che è in essi, e si riposò il settimo giorno; perciò l' Eterno ha benedetto il giorno del riposo e l' ha santificato.

5
Onora tuo padre e tua madre, affinchè i tuoi giorni siano prolungati sulla terra che l' Eterno, l' Iddio tuo ti dà.

6 Non uccidere.

7
Non commettere adulterio.

8
Non rubare.

9
Non attestare il falso contro al tuo prossimo.

10
Non concupire la casa del tuo prossimo; non concupire la moglie del tuo prossimo, né il suo servo, né la sua serva, né il suo bue, né il suo asino, né cosa alcuna che sia del tuo prossimo (Es 20: 1-17; Deut 5: 6-18).

Di questa gratitudine è espressione, in particolare, la preghiera cristiana; non soltanto in quanto è l' elemento principale del culto che a Dio è dovuto, ma anche perché Dio non vuol darci in altro modo il perdono dei peccati, lo Spirito Santo e la vita eterna, salvo che Glieli chiediamo di cuore e senza tregua in preghiera; e lo fa, invece, tosto che li sospiriamo vivamente da Lui; poiché la nostra preghiera è santificata dalla passione di Cristo e lo Spirito Santo desta nel nostro cuore quell' ineffabile sospirare. E tutte le cose necessarie al corpo ed all' anima, per le quali dobbiamo pregare Dio, sono comprese nella preghiera che Cristo stesso ci ha insegnata e che suona così:
PADRE NOSTRO che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà anche in terra come è fatta nel cielo. Dàcci oggi il nostro pane quotidiano; e rimettici i nostri debiti, come anche noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori; e non ci esporre alla tentazione, ma liberaci dal maligno. Poiché a te appartengono il regno, la potenza e la gloria, in sempiterno. Amen. (Mat 6: 9-13; Luc 11: 2-4).

Preghiera dopo il Compendio


Dio onnipotente e vero, eterno ed unico Padre del nostro Salvatore Gesù Cristo, che sei, insieme con il tuo Figliuolo unigenito e con lo Spirito Santo, il creatore del cielo e della terra, degli angeli, degli uomini e d' ogni creatura, e che sei sapiente, amorevole, giusto, vero, santo, misericordioso e libero: io riconosco di esser purtroppo un povero peccatore, e provo un vivo dolore d' averti provocato ad ira.
Ma ti prego di volerni perdonare per grazia tutti i miei peccati; e di volermi rendere giusto per amore del tuo Figliuolo prediletto Gesù Cristo, e per mezzo di Lui; poiché Egli è stato immolato sulla croce, ed è quindi risorto dai morti, e vive in eterno, ed è stato designato, per una sapienza ed una misericordia indicibili, quale nostro Mediatore, Riconciliatore, Intercessore e Salvatore. E voglia tu, per amor suo e per mezo di Lui, santificarmi sempre più con lo Spirito Santo a vita eterna e governarmi in tal modo che io riconosca debitamente te, vero Iddio, e ti invochi con vera fede, e ti serva con la dovuta obbedienza e non cada in errore o in peccato. Voglia tu pure radunarti sempre più, in questo paese, una Chiesa vera e santa, e custodirla nella tua grazia, e reggerla e nutrirla a salvezza e preservar sempre, nel corpo e nell' anima, noi ed i nostri figliuoletti bisognosi. Concedi ed accresci sempre più in loro la tua grazia, perché possan crescere sempre in Cristo tuo Figliuolo e capo della nostra Chiesa, finché giungano alla loro piena maturità in ogni sapienza, santità e giustizia. E tutto questo, voglia tu accordarcelo per amore del tuo Figliuolo diletto, che ode certamente il nostro sospiro e intercede per noi; perché noi crediamo che, per amor suo, la nostra invocazione ti è gradita e non è messa in oblìo; e ti diciamo, insieme col pover' uomo che è ricordato nell' Evangelo: Io credo, mio Signore, sovvieni alla mia incredulità.

 

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