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Ectipico

Page history last edited by Paolo E. Castellina 4 years, 1 month ago

Ectipico significa "copiato" in distinzione da archetipico, cioè originale. Dal greco: éktyp (os) messo in rilievo, equivalente a ek- ec- + týp (os) figura (su un muro) + -os agg. suffisso: simile al tipo.


Nel 1594, il trattato del teologo ugnonotto Franciscus Junius [François du Jon (il vecchio]] Sulla vera teologia è stata la prima opera protestante ad operare una distinzione fra teologia archetipica (la conoscenza che Dio ha di Sé stesso) e la teologia ectipica (la nostra conoscenza di Dio fondata sulla Sua condiscendenza a rivelarci Sé stesso). Questa distinzione, che ha le sue radici nella distinzione scotista [Duns Scoto, il "Dottor Sottile"] fra la teologia in sé stessa (theologia in se) e la nostra teologia (theologia nostra), che limita il grado nel quale Dio può essere conosciuto dall'uomo peccatore. Questa distinzione è divenuta importante nella teologia riformata e luterana posteriore.

La teologia ectipica è quella adattata alla capacità della creature nei termini di unione, visione o rivelazione. La conoscenza che ha il Cristo è quella di unione e quindi di realizzazione perfetta dell'ideale. Angeli e santi glorificati sono ricettori della visione, mentre i redenti sulla terra partecipano della rivelazione. In ciascun caso la conoscenza di Dio è ectipica, ma è la conoscenza di Dio com'è formulata dalla Sua propria volontà, e quindi divina e vera - è la mente di Dio (esempio, sebbene non esemplare). "Ma com'è scritto: «Le cose che occhio non vide, e che orecchio non udì, e che mai salirono nel cuore dell'uomo, sono quelle che Dio ha preparate per coloro che lo amano». A noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito, perché lo Spirito scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio. Infatti «chi ha conosciuto la mente del Signore da poterlo istruire?» Ora noi abbiamo la mente di Cristo" (1 Corinzi 2:9-10,16).

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