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Inerranza della Bibbia

Page history last edited by Paolo E. Castellina 4 years, 7 months ago

Inerranza della Bibbia


L'inerranza della Bibbia è il principio di fede fondamentale della fede cristiana per il quale si intende che la Bibbia, nella sua forma originale, sia ispirata da Dio e quindi, in tutto ciò che afferma, da considerarsi priva di errori, incluse le sue parti storiche e scientifiche.

L'inerranza nel suo contesto


Molte denominazioni cristiane credono che la Bibbia sia ispirata da Dio, che Dio sia in parte il co-autore della Bibbia. (Vedi ispirazione della Bibbia).
Molti di coloro che credono nell'ispirazione della Bibbia pure insegnano che essa è infallibile. (Vedi infallibilità della Bibbia). Chi sottoscrive l'infallibilità della Bibbia crede che ciò che essa afferma al riguardo di questioni di fede e di condotta sia completamente affidabile, utile e vero. Alcune denominazioni cristiane che insegnano l'infallibilità della Bibbia sostengono che i suoi dettagli storici o scientifici siano irrilevanti per la fede e la condotta e che quindi possano contenere errori.
Chi crede nell'inerranza della Bibbia sostiene che anche i dettagli scientifici, geografici e storici dei suoi testi originali siano completamente veri e da considwerarsi esenti da errori, come pure che apparenti contraddizioni od errori che ci sembri di trovare dipendano, di fatto, dalla nostra soggettiva percezione o conoscenza, inadeguata o falsata.
Allo stesso modo, il Cattolicesimo considera alcuni insegnamenti della Chiesa, come quelli dei concili ecumenici e del Papa come infallibili, nel senso che le loro definizioni solenni siano state preservate da errori.

Base di fede


La base teologica di questa credenza, nella sua forma più semplice, è che essendo Dio perfetto, la Bibbia, come Parola di Dio, debba pure essere perfetta e quindi priva di errori.
Chi sostiene l'inerranza biblica pure insegna che certo Dio si è avvalso delle particolari personalità e stili letterari degli scrittori della Bibbia, ma che l'ispirazione di Dio li abbia guidati, attraverso il loro linguaggio e personalità, a proiettare il Suo messaggio in modo del tutto accurato. (Vedi Ispirazione della Bibbia).
L'infallibilità e l'inerranza si riferiscono ai testi originali della Bibbia. Sebbene gli studiosi conservatori riconoscano come vi sia un potenziale di errore nella trasmissione e traduzione del testo, le traduzioni moderne sono oggi generalmente considerate come "rappresentanti fedelmente gli originali".
L'inerranza biblica è stabilita da un certo numero di osservazioni e fatti attraverso i quali la si può dimostrare. Essi includono:

  • Le evidenze e le affermazioni che la Bibbia stessa fa a suo riguardo.
  • La "testimonianza interiore dello Spirito" secondo la quale il credente "sa in cuor suo" che tutto ciò che legge nella Bibbia è vero.
  • La potenza intrinseca (soprannaturale) della Bibbia a trasformare la personalita di chi la legge (Dio usa la Scrittura come Suo strumento privilegiato per operare la rigenerazione spirituale).
  • L'unità della Scrittura nonostante la quantità dei suoi autori, culture, temi e periodi diversi in cui le sue porzioni sono state scritte.
  • La storicità della Bibbia, e come i ritrovamenti archeologi ne confermino la credibilità.
  • La testimonianza che Cristo stesso dà della sua veridicità.
  • La sua indistruttibilità lungo i secoli, nonostante gli innumerevoli tentativi di pregiudicarne il contenuto o di toglierla dalla circolazione.
  • Le profezie adempiute.
  • L'integrità dei suoi autori.

 

Dichiarazioni formali

Un documento molto influente nell'ambito evangelicale che precisa i termini dell'inerranza biblica è la Dichiarazione di Chicago del 1978.

Conseguenze

Una conseguenza di questa dottrina è la teoria del creazionismo, che rifiuta le moderne teorie sulla formazione del mondo e sull'origine dell'uomo, sostenendo invece che, come afferma la Genesi, il mondo fu creato da Dio in sei giorni (nel 4004 a.C. secondo alcuni calcoli) e tutta l'umanità discende da Adamo ed Eva.
La dottrina dell'inerranza è sostenuta soprattutto da chiese evangeliche conservatrici e dal Fondamentalismo cristiano. Esse affermano che questa dottrina corrisponda alla fede storica delle chiese cristiane prima che esse fossero influenzate dalla ideologia razionalista e dallo scientismo. Le altre chiese cristiane non accettano l'inerranza biblica: pur riconoscendo il valore ispirato dei libri sacri, esse ritengono che non necessariamente essi possono essere del tutto privi di inesattezze o imprecisioni, inoltre alcuni episodi contenuti nella Bibbia (specialmente i primi capitoli della Genesi) sono da considerarsi racconti simbolici e non resoconto di eventi reali.
Riguardo ai Vangeli in particolare, la Chiesa cattolica sostiene che essi contengono un resoconto complessivamente fedele della vita e dell'insegnamento di Gesù, ma che non furono composti con l'intenzione di scrivere una biografia di Gesù, bensì di annunciare il suo messaggio salvifico: perciò è possibile che i fatti in essi narrati e le parole pronunciate da Gesù non siano sempre riportati in modo esatto e accurato. Certamente essi non hanno alcuna pretesa di completezza come afferma lo stesso Vangelo di Giovanni.     

 

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