Definizione della dottrina
La dottrina cristiana dell'insediamento (o intronizzazione) di Cristo alla destra di Dio afferma che Gesù Cristo è stato posto in Cielo alla destra di Dio, vale a dire, dopo la sua vita terrena, morte, e risurrezione, Egli è asceso (è stato assunto) al Cielo, dove Gli è stato conferito il più alto onore accanto a Dio Padre.
Per descrivere questa realtà, la teologia cristiana fa così uso di un linguaggio metaforico, raffigurando, ad imitazione delle antiche corti, una corte celeste, dove Dio Padre occupa il trono principale e, accanto a sé, alla sua destra (il posto del secondo più alto onore) si trova il trono di Suo Figlio, Gesù Cristo.
Di fatto, si tratta del ritorno dell'eterno Figlio di Dio alla gloria che già aveva prima della sua incarnazione in Gesù di Nazareth, come afferma Gesù stesso: "Ora, o Padre, glorificami tu presso di te della gloria che avevo presso di te prima che il mondo esistesse" (Giovanni 17:5): il "fatto nuovo" è l'assunzione in Dio della natura umana. Cristo, come Mediatore, essendo Dio e uomo in una medesima persona, occupa il posto più alto accanto a Dio Padre. Come Dio, Cristo è pienamente uguale al Padre in ogni cosa; come Dio-uomo, Egli è esaltato alla dignità più alta dopo Dio.
Questa affermazione della fede cristiana, di fatto, rispetto alle altre religioni monoteiste, è estremamente ardita e giudicata pure scandalosa, come testimonia la violenta reazione del sinedrio israelita di fronte al discorso di Stefano: "Stefano, pieno di Spirito Santo, fissati gli occhi al cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla sua destra, e disse: «Ecco, io vedo i cieli aperti, e il Figlio dell'uomo in piedi alla destra di Dio». Ma essi, gettando grida altissime, si turarono gli orecchi e si avventarono tutti insieme sopra di lui; e, cacciatolo fuori dalla città, lo lapidarono" (Atti 7:55-58).
La dottrina dell’insediamento di Cristo ha uno speciale significato teologico per la sua connessione al ruolo di Cristo Re. L’insediamento di Cristo è una delle dottrine specificatamente menzionata nelCredo apostolico dove "siede alla destra di Dio Padre onnipotente" segue immediatamente all’affermazione sull’Ascensione, come pure nel Credo niceno-costantinopolitano.
Riferimenti scritturali
La dottrina dell'insediamento o intronizzazione del Cristo è profetizzata nel Salmo 110: "Il SIGNORE ha detto al mio Signore: «Siedi alla mia destra finché io abbia fatto dei tuoi nemici lo sgabello dei tuoi piedi»" (Salmo 110:1), come pure in "Io guardavo, nelle visioni notturne, ed ecco venire sulle nuvole del cielo uno simile a un figlio d'uomo; egli giunse fino al vegliardo e fu fatto avvicinare a lui; gli furono dati dominio, gloria e regno, perché le genti di ogni popolo, nazione e lingua lo servissero. Il suo dominio è un dominio eterno che non passerà, e il suo regno è un regno che non sarà distrutto"(Daniele 7:13-14).
Nel vangelo secondo Luca troviamo Gesù stesso che, inquisito dagli "anziani del popolo, i capi dei sacerdoti e gli scribi" afferma: "Ma da ora in avanti il Figlio dell'uomo sarà seduto alla destra della potenza di Dio»" (Luca 22:69). Questo viene considerato da loro una grave bestemmia che giustificherà la Sua condanna a morte. L'insediamento di Gesù presso Dio è proclamato al termine del vangelo di Marco: "Il Signore Gesù dunque, dopo aver loro parlato, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio" (Marco 16:19), dopodiché gli apostoli "se ne andarono a predicare dappertutto" (v. 20). Questa stessa esplicita è l'occasione del martirio di Stefano: "Ma Stefano, pieno di Spirito Santo, fissati gli occhi al cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla sua destra, e disse: «Ecco, io vedo i cieli aperti, e il Figlio dell'uomo in piedi alla destra di Dio»" (Atti 7:55-56).
L'apostolo Paolo lo menziona nella lettera ai Romani, Colossesi ed Efesini: "Chi li condannerà? Cristo Gesù è colui che è morto e, ancor più, è risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi"(Romani 8:34); "Se dunque siete stati risuscitati con Cristo, cercate le cose di lassù dove Cristo è seduto alla destra di Dio" (Colossesi 3:1); "Questa potente efficacia della sua forza egli l'ha mostrata in Cristo, quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla propria destra nel cielo" (Efesini 1:20).
La lettera agli Ebrei proclama l'insediamento di Cristo presso Dio in quanto supremo Sommo Sacerdote: "Gesù, dopo aver offerto un unico sacrificio per i peccati, e per sempre, si è seduto alla destra di Dio" (Ebrei 10:12); "Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta. Per la gioia che gli era posta dinanzi egli sopportò la croce, disprezzando l'infamia, e si è seduto alla destra del trono di Dio" (Ebrei 12:2). L'apostolo Pietro, infine, riprendendo la sequenza risurrezione, ascensione e insediamento, proclama la supremazia universale del Cristo: "Gesù Cristo, che, asceso al cielo, sta alla destra di Dio, dove angeli, principati e potenze gli sono sottoposti" (1 Pietro 3:21-22).
Significato teologico
1. L'insediamento celeste di Cristo in quanto ricompensa. L'esaltazione del Cristo alla destra di Dio è considerata dall'apostolo Paolo la ricompensa per la Sua ubbidienza, sofferenza e morte, secondo i termini del Patto di grazia: "...trovato esteriormente come un uomo, umiliò se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce. Perciò Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome, 10 affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra, e sotto terra, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre" (Filippesi 2:8-11).
2. L'estensione del potere conferito a Cristo. L'estensione del potere del Cristo è universale: "Ogni potere mi è stato dato in cielo e sulla terra" (Matteo 28:18); "Dio ha posto ogni cosa sotto i suoi piedi" (1 Corinzi 15:27). "Questa potente efficacia della sua forza egli l'ha mostrata in Cristo, quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla propria destra nel cielo, al di sopra di ogni principato, autorità, potenza, signoria e di ogni altro nome che si nomina non solo in questo mondo, ma anche in quello futuro. Ogni cosa egli ha posta sotto i suoi piedi e lo ha dato per capo supremo alla chiesa"(Efesini 1:20-22). Il potere di Cristo è assolutamente universale ed include l'intero universo creato. A questo dominio solo Dio Padre ne è sottratto: "Difatti, Dio ha posto ogni cosa sotto i suoi piedi; ma quando dice che ogni cosa gli è sottoposta, è chiaro che colui che gli ha sottoposto ogni cosa, ne è eccettuato" (1 Corinzi 15:27-28).
3. Il limite temporale del potere di Cristo. Quando, alla fine dei tempi, al Suo ritorno, anche "l'ultimo nemico", la morte, sarà completamente distrutta, "verrà la fine, quando consegnerà il regno nelle mani di Dio Padre, dopo che avrà ridotto al nulla ogni principato, ogni potestà e ogni potenza" (1 Corinzi 15:24), "Quando ogni cosa gli sarà stata sottoposta, allora anche il Figlio stesso sarà sottoposto a colui che gli ha sottoposto ogni cosa, affinché Dio sia tutto in tutti"" (v. 28). Cristo, però, non abbandonerà mai il Suo ruolo di capo dell'umanità redenta, com'è mostrato in: "Egli regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno, e il suo regno non avrà mai fine" (Luca 1:33).
4. Lo scopo del dominio di Cristo. Efesini 1:22 afferma: "Ogni cosa egli ha posta sotto i suoi piedi e lo ha dato per capo supremo alla chiesa". Questo non significa solo che Cristo sia "capo della chiesa", ma "per la chiesa" ("ἔδωκεν κεφαλὴν ὑπὲρ πάντα τῇ ἐκκλησίᾳ" dove "τῇ ἐκκλησίᾳ" può essere tradotto "in suo favore"): Egli è capo dell'intero universo a beneficio della chiesa! La NIV, infatti lo rende: "God placed all things under his feet and appointed him to be head over everything for the church" e la NLT lo parafrasa: "God has put all things under the authority of Christ and has made him head over all things for the benefit of the church". Il dominio universale del Cristo beneficia la Sua chiesa nel fatto che:
- Cristo raccoglie gli eletti nella Sua chiesa.
- Cristo difende la Sua chiesa contro i suoi nemici.
- Cristo perfeziona la Sua chiesa impartendole doni e grazie per i Suoi ministri e per il popolo.
- Cristo intercede presso Dio per il Suo popolo.
Per approfondire
L'errore dei dispensazionalisti. Un insegnamento falso oggi comune afferma che Cristo non regna oggi, ma eserciterà il Suo potere regale solo dopo il Suo ritorno quando, così si sostiene, regnerebbe per mille anni a Gerusalemme. 1 Corinzi 15:23-28 insegna che Cristo regna ora (v. 25), e che il Suo ritorno segnerà la dine non l'inizio, del Suo dominio sull'intero universo.
La Maiestas Domini. Il Cristo seduto su un trono celeste (Maiestas Domini) è uno schema pittorico, in voga nel medioevo, con il quale Gesù veniva rappresentato in trono, spesso in mandorla e nella maggior parte dei casi con quattro figure simboleggianti gli Evangelisti.
Efesini 1:22 in altre traduzioni. Altre versioni italiane traducono: "lo ha dato per capo sopra ogni cosa alla chiesa" (ND), "Tutto infatti ha sottomesso ai suoi piedi e lo ha costituito su tutte le cose a capo della Chiesa" (CEI1974). La CEI2008 traduce però: "Tutto infatti egli ha messo sotto i suoi piedi e lo ha dato alla Chiesa come capo su tutte le cose" spiegato come: "L’azione di Dio per mezzo di Gesù Cristo, costituito capo su tutte le cose si manifesta nella Chiesa e raggiunge tutte le realtà (cfr. Efesini 1:9-10; cfr. Colossesi 1:18-20; cfr. 2:9-10).
Definizione cattolica-romana. Il Catechismo della Chiesa Cattolica (par. 663, 664) afferma al riguardo: Cristo, ormai, siede alla destra del Padre: «Per destra del Padre intendiamo la gloria e l'onore della divinità, ove colui che esisteva come Figlio di Dio prima di tutti i secoli, come Dio e consostanziale al Padre, s'è assiso corporalmente dopo che si è incarnato e la sua carne è stata glorificata». L'essere assiso alla destra del Padre significa l'inaugurazione del regno del Messia, compimento della visione del profeta Daniele riguardante il Figlio dell'uomo: « [Il Vegliardo] gli diede potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano; il suo potere è un potere eterno, che non tramonta mai, e il suo regno è tale che non sarà mai distrutto » (Dn 7,14). A partire da questo momento, gli Apostoli sono divenuti i testimoni del « regno che non avrà fine».
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