Uomo


Uomo


Nella Bibbia vi sono due termini che designano l'uomo:

 

Cenni di antropologia biblica

 

La concezione biblica dell'uomo ha due caratteristiche importanti che si ritrovano sia nell'Antico Testamento che nel Nuovo Testamento:

 

Nonostantel'influenza dell'Ellenismo, la concezione dell'uomo nel Nuovo Testamento rimane sostanzialmente la stessa che nell'antico. Il termine ἀνθρωπος (anthrōpos) designa l'essere umano in generale, contrapposto agli animali (Matteo 12:12), agli angeli (1 Corinzi 4:9), a Gesù Cristo (Galati 1:12), A Dio (Marco 11:30, dove Dio è designato dalla perifrasi rispettosa" il cielo"). Esprime la debolezza creaturale umana (Giacomo 5:17), che è mortale (Ebrei 9:27), e peccatore (Romani 3:4; 5:12). Tali caratteristiche negative si esprimono nella locuzione "secondo l'uomo", che talvolta intende sottolineare l'inadeguatezza di una espressione umana ("εἰ κατὰ ἄνθρωπον ἐθηριομάχησα ἐν ᾿Εφέσῳ, τί μοι τὸ ὄφελος; εἰ νεκροὶ οὐκ ἐγείρονται φάγωμεν καὶ πίωμεν, αὔριον γὰρ ἀποθνῄσκομεν" 1 Corinzi 15:32), soprattutto riferita alle affermazioni della fede (Romani 3:5) o contrapposta all'autorità della Parola di Dio (1 Corinzi 9:8; Galati 1:11); e tal altra assume un senso di fragilità peccaminosa ("camminare secondo l'uomo", 1 Corinzi 3:3).
Espressioni tipicamente ebraiche sono quelle in cui ἀνθρωπος (anthrōpos) è seguito da un genitivo: ["δόξα ἐν ὑψίστοις Θεῷ καὶ ἐπὶ γῆς εἰρήνη, ἐν ἀνθρώποις εὐδοκία" "Gloria a Dio nei luoghi altissimi, e pace in terra agli uomini ch'egli gradisce! (lett. 'gli uomini del buon volere'" Luca 2:14]; "l'uomo di iniquità", "ὁ ἄνθρωπος τῆς ἁμαρτίας", cioè l'iniquo per eccellenza, l'Anticristo (2 Tessalonicesi 2:3), "uomo di Dio" ("ὁ τοῦ Θεοῦ ἄνθρωπος") 2 Timoteo 3:17), che indica, secondo l'uso ebraico, soprattutto i servitori di Dio, apostoli, profeti, responsabili della Chiesa.


Nei confronti dell'evento della salvezza l'essere umano così definito acquista la fisionomia di "uomo vecchio", a cui si contrappone la realtà nuova, promessa, sperata, e già inizialmente sperimentata dell'"uomo nuovo" ("τοῦτο γινώσκοντες, ὅτι ὁ παλαιὸς ἡμῶν ἄνθρωπος συνεσταυρώθη ἵνα καταργηθῇ τὸ σῶμα τῆς ἁμαρτίας, τοῦ μηκέτι δουλεύειν ἡμᾶς τῇ ἁμαρτίᾳ" Romani 6:6; Colossesi 3:9ss; "καὶ ἐνδύσασθαι τὸν καινὸν ἄνθρωπον τὸν κατὰ Θεὸν κτισθέντα ἐν δικαιοσύνῃ καὶ ὁσιότητι τῆς ἀληθείας" (24)Efesini 4:22ss), che è anche designato come l'"uomo interiore" ("εἰς τὸν ἔσω ἄνθρωπον" Efesini 3:16), contrapposta talvolta all'"uomo esteriore", cioè all'uomo nel suo aspetto di caducità ("ἀλλ᾿ εἰ καὶ ὁ ἔξω ἡμῶν ἄνθρωπος διαφθείρεται" 2 Corinzi 4:16).
L'uomo nuovo non è solo l'individuo rinnovato, vi è un'espressione collettiva dell'"uomo nuovo", la Chiesa il solo "uomo nuovo" in cui Cristo ha riconciliato Ebrei e pagani facendone un unico corpo, il corpo di Cristo (Efesini 2:15,16). L'"uomo nuovo" in senso proprio, l'uomo alla cui "statura" la Chiesa è invitata ad adeguarsi nella piena conoscenza del Figlio di Dio, è Cristo stesso (Efesini 4:13). ἀνθρωπος (anthrōpos), infatti, è anche una designazione messianica di Gesù Cristo (Romani 5:15; 1 Corinzi 16:21,47, il "secondo Adamo", al quale è anche da avvicinarsi 1 Timoteo 2:5; Ebrei 2:6, e forse qualche brani come Matteo 4:4).